Reeves-Stevens Judith & Garfield - 2011 - La Camera Del Cielo by Reeves-Stevens Judith & Garfield

autore:Reeves-Stevens Judith & Garfield [Reeves-Stevens Judith & Garfield]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Science Fiction, Action & Adventure, Adventure, Juvenile Fiction, Science & Technology
ISBN: 9788842919124
Google: QgC9ggXzmWEC
editore: Editrice Nord
pubblicato: 2011-06-14T22:00:00+00:00

raffica di colpi lo raggiunse, sprigionando scintille e rimbalzando

sui muri.

Non appena gli spari cessarono, l'uomo si lanciò di nuovo in

avanti, sparando mentre rotolava di fianco, evitando per un soffio

una serie di colpi che crivellò il pavimento nel punto in cui si

trovava un attimo prima.

Aveva superato l'ormai fioco chiarore del bastone luminoso.

L'entrata della camera del tesoro era sulla sua destra ma l'apertura

sulla sinistra era più vicina.

Sparò altre due volte, poi si gettò lungo il corridoio

perpendicolare, mentre altre pallottole gli sibilavano accanto.

Infine si sistemò con la schiena contro la parete e valutò la

situazione. Alla sua destra c'era un corridoio identico a quello che

aveva percorso a nuoto nel Sud del Pacifico; a sinistra l'entrata della

camera del tesoro; alle sue spalle lo attendevano i cecchini. E poi, da

qualche parte, c'era il figlio del suo capo, ammesso che fosse

sopravvissuto alla sparatoria.

Lasciò cadere il caricatore dalla Glock, ma lo prese al volo per

evitare di fare rumore. Silenziosamente, ne infilò un altro al suo

posto. I suoi occhi si stavano abituando alla quasi totale assenza di

luce. Un debolissimo chiarore verde continuava a brillare nella

direzione da cui era venuto.

«Getta le armi e non ti farai male!» urlò una voce aspra,

riecheggiando sulla parete.

Merrit provò a guardare verso l'incrocio tra i due corridoi,

attento a ogni rumore o movimento.

Nel vano della porta che portava alla camera del tesoro, vide due

silhouette: Weir e Jess MacClary.

Con uno strattone, David tirò indietro Jess. «È Merrit!» bisbigliò...

«Getta le armi!» urlò di nuovo la voce aspra nel corridoio.

Gli ignoti killer stavano avanzando lentamente lungo il muro

che conduceva alla porta semiaperta della camera.

«Ci ha visti?» chiese la ragazza.

«Credo di sì.»

«Ma gli altri non sanno che siamo qui.»

«Non possono esserne sicuri.»

«Allora rimaniamo in silenzio, speriamo che Merrit attiri la loro

attenzione e...»

Un'improvvisa baruffa, una raffica di fuoco automatico, una

forma scura che si scagliava verso di loro.

Non erano più soli dentro la camera.

Il killer rotolò rialzandosi sulle ginocchia e puntò la Glock sui suoi

ostaggi. «Mettete le pistole sul pavimento, molto lentamente, poi

spingetele via», ordinò.

«Se le avessimo, saresti morto», rispose Jess.

L'uomo si chiese se il silenzio nel corridoio indicasse che J.R. era

stato colpito da una pallottola.

Poteva essere una buona notizia da tutti i punti di vista. Si alzò,

la pistola ben salda. «Okay», disse. «Nuovi ordini. Al mio via

attraverserete a tutta velocità quel corridoio. Io vi coprirò.»

«Non possiamo correre più veloce di una pallottola.»

«O le loro o le mie, a voi la scelta», replicò il killer con un

sorriso. Il suo piano poteva funzionare. I nuovi arrivati non

potevano sapere che quei due erano lì dentro. Le uniche presenze di

cui erano al corrente erano la sua e quella del ragazzo.

Nel momento in cui Weir fosse uscito nel corridoio... L'uomo

sorrise di nuovo. Gli altri killer avrebbero fatto il lavoro al suo

posto, e - non appena si fossero avvicinati per controllare il corpo -

sarebbero stati suoi.

«Preparatevi a correre», li avvertì facendo un passo indietro in

modo da poter vedere fuori dalla porta.

Weir era in piedi, la schiena contro il muro. La ragazza era

ancora china sul pavimento, accanto a lui.

Merrit colse un movimento e spostò lo sguardo. Jess aveva

allungato la mano verso quella del suo amico.

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